Don Juan Archiv - Wien, Forschungsverlag

Saggio sulla 'Musica funebre Massonica' KV 477

 

Prendendo spunto dal catalogo personale delle opere di Mozart (Werkverzeichnis), redatto da lui stesso dal 1784 al 1791, forse nessuno dei lavori ivi contenuti più della Musica funebre massonica KV 477 in do minore (Maurerische Trauermusik) - e di conseguenza il quartetto con pianoforte KV 478 che la segue nella catalogazione - suscita una problematica critica circa la nascita e lo scopo della composizione.

Tale problematica è caratterizzata dall'incongruenza tra il periodo in cui l'opera fu composta - da Mozart introdotta nel suo catalogo sotto l'anno 1785 nel mese di luglio - e la finalità per cui fu scritta: la commemorazione funebre di due illustri massoni deceduti solo nel novembre di quell'anno.

 

Se l'ispirazione e la motivazione storica di un'opera artistica non sono certe o addirittura sono sconosciute, mancando fonti sicure cui poter attingere - oltre la datazione, ed anche questa a volte dubbia se non inesatta - ciò che ci perviene del lavoro assume le caratteristiche di un palinsesto.

Le stratificazioni di questo palinsesto indicano le diverse interpretazioni e congetture inerenti alle cause che portarono alla nascita di un'opera - senza però chiarirne in modo incontrovertibile la genesi e la finalità della sua creazione.

In tal senso l'anamnesi storica di una composizione artistica risulta spesso insufficiente, colma di notizie contraddittorie o ripetute, trasmesse quali sono state enunciate una "prima volta" da qualche eminente studioso e che, per la riconosciuta autorità di quest'ultimo, sono ritenute esatte e fondanti per le successive ricerche.

In mancanza dunque di documentazioni e di fonti chiarificatrici riguardo alla genesi di un'opera d'arte - posta come base di ricerca una seria impostazione filologica - si dovrebbe in ogni modo conservare sempre la coscienza critica di agire nell'ambito delle supposizioni.

 

Ciò non accade sempre, e non è accaduto - a nostro avviso - neanche per la Musica funebre massonica.

Per ovviare alla palese contraddizione tra la datazione di questo lavoro in luglio, appunto, e la sua finalità esecutiva - la dedica del brano ai due fratelli scomparsi in novembre, ma iscritta da Mozart nel catalogo sotto il mese di luglio - si è giunti alla conclusione di un errore di datazione compiuto dal compositore. Mozart si sarebbe cioè sbagliato, catalogando la Maurerische Trauermusik in luglio invece che in novembre. Questa tesi della "svista" mozartiana è ritenuta valida ancora oggi dalla maggior parte dei mozartologi.

Una seconda ipotesi sull'origine e la finalità di questa composizione è sorta nell'ambito di una corrente di ricerca massonica, che pure trattiamo ampiamente in questo testo, secondo cui il lavoro sarebbe stato scritto per l'occasione di una cerimonia di elevazione al 3° grado il 12 agosto 1785 nella loggia "Zur wahren Eintracht" di Vienna.

Secondo noi entrambe le ipotesi ci appaiono insostenibili, e nel corso di questo scritto abbiamo cercato di dimostrarne il perché.

Operando così una vasta ricognizione dei vari biografi, studiosi ed esegeti di Mozart, servendoci di quello che è stato da loro scritto in questi due secoli sulla Musica funebre massonica, ne abbiamo evidenziato le contraddizioni come pure quelle intuizioni che uscissero dai reiterati luoghi comuni.

In questo modo si è tentato di rimuovere quella patina che ricopre il palinsesto "Maurerische Trauermusik", e senza poter giungere a stabilire una tesi definitiva ed inoppugnabile che chiarifichi l'incoerenza di datazione che caratterizza quest'opera - cosa appunto impossibile - si è almeno cercato di aprire uno spiraglio che possa illuminare maggiormente la motivazione interiore che ha portato alla creazione di questa composizione.

 

 

E proprio a questo riguardo si dovrebbe tener conto di un fatto finora abbastanza sottovalutato: la partitura autografa reca solamente il titolo di TraūerMūsick, cioè Musica funebre; l'attributo Maurerische - massonica - è stato aggiunto in un secondo tempo da Mozart nel suo catalogo personale, ma non nella partitura. Questo avrebbe dovuto condurre a riflessioni di una certa rilevanza, e cioè che forse la composizione non fosse nata, originariamente, con l'intento specifico di commemorare due dignitari massoni deceduti, né tanto meno che fosse stata scritta per una specifica cerimonia di elevazione in ambito massonico o addirittura commissionata per una tale occasione, quanto magari solo in seguito destinata e quindi utilizzata a questi scopi.

Se perciò l'impulso primario alla genesi di questo componimento resta ignoto, è comunque indubbio che la connotazione che Mozart stesso ne ha dato in seguito collochi definitivamente il brano nell'ambito delle composizioni massoniche.

 

Volendo ora in parte anticipare ciò che è stato scritto nell'ultimo capitolo di questo saggio, è molto probabile che il carattere così solenne, drammatico, tragico ma allo stesso tempo catartico da una parte e l'ossatura formale della Musica funebre massonica dall'altra - sicuramente e senza alcuna retorica una delle pagine più alte della produzione musicale di Mozart - abbiano rappresentato per il compositore il percorso di trasformazione interiore con cui l'uomo deve cimentarsi e a cui egli deve tendere. Tutto ciò non solo nello stretto contesto di una massoneria illuministica come era quella dell'epoca giuseppina a Vienna, quanto secondo i canoni di un proprio principio massonico e di un elemento essenzialmente ideale sempre presenti e determinanti nel concetto che il compositore aveva della massoneria. Tale componente soggettiva e, in certo qual modo, altamente spirituale che Mozart nutriva nel suo intimo verso l'Arte Reale è purtroppo assai spesso ed intenzionalmente trascurata da parte di molti esegeti mozartiani che invece tendono ad esaltare nel compositore solo quel lato razionale-illuministico distintivo della massoneria viennese di quel tempo.

Eppure, noi crediamo che precisamente questa componente spirituale lo abbia innanzi tutto guidato ed ispirato nel suo essere massone e lo abbia infine condotto a quell'armonia di interiore equilibrio che si realizza nel Flauto magico. Pur nelle difficoltà cui la massoneria austriaca andò incontro dalla fine del 1785 in poi, è a questo ideale fortemente personale ed incontaminato che Mozart resterà leale ed indissolubilmente legato fino alla sua morte.

 

Stefano Cavallerin

 

 

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Letztes Update: 05.12.2011